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I volontari in Libano, 2019

Nonostante la situazione instabile, il mese scorso (nov. 2019) i volontari di Lebanon Trust sono andati in Libano

Dal 17 ottobre di quest’anno ci sono proteste diffusissime, a-politiche e a-confessionali, motivate dall’incapacità del governo libanese di fornire servizi di base (elettricità, acqua potabile, raccolta della spazzatura), e risolvere una crisi economica causata da corruzione e spreco di denaro pubblico. Queste preteste causano qualche contrattempo, come blocchi stradali, e allo stesso tempo le banche, spesso chiuse, impongono limiti sui prelevamenti di dollari.

Nonostante questa instabilità, i nostri volontari sono andati in Libano per il loro annuale viaggio di lavoro.

(fotografie: Wikipedia)

I volontari di Lebanon Trust sono di nuovo in partenza

I volontari di Lebanon Trust sono di nuovo in partenza

Anche quest’anno i volontari di Lebanon Trust trascorreranno due settimane in Libano, per visitare l’Istituto per sordi FAID, gli asili per bambini di famiglie rifugiate gestiti dall’Association Najdeh, e l’istituto per bambini e ragazzi di strada “La Casa della Speranza” (Home of Hope Lebanon). I volontari faranno, come sempre, lavori pratici e consegneranno le donazioni dei nostri amici e sostenitori.

Un enorme GRAZIE a tutti quelli che ci aiutano!

Il Corriere della Sera pubblica un articolo su Lebanon Trust

Il Corriere della Sera pubblica un articolo a tutta pagina su Lebanon Trust (Buone Notizie, 15 ottobre 2019)

Vi siete mai chiesti come ci si senta ad essere una rock star, con entrate trionfanti, una folla adorante che vi segue dappertutto e che osserva a bocca aperta ogni vostra singola mossa?  A me non era mai successo fino al 2008, ma ormai ci ho fatto l’abitudine.

Quell’anno avevo un po’ di tempo che volevo usare facendo volontariato in Libano, paese che conoscevo già come visitatrice. Non trovai però nessuno che mi accettasse a lavorare gratis, eccetto un gruppo di ex-caschi blu irlandesi – gente mai vista – che organizzava un viaggio nostalgico in Libano. Avrebbero alloggiato presso una scuola e fatto un po’ di lavori pratici in situ, poi visitato i luoghi della loro esperienza di soldati di pace dell’ONU. Non ci pensai un attimo e mi unii a loro, incontrandoli per la prima volta all’aeroporto di Praga dove facevano scalo tra Dublino e Beirut.

Il gruppo si rivelò un po’ sgangherato, ma il viaggio fu una vera esperienza: la scuola era un istituto per sordi, e gli alunni – dai piccolissimi dell’asilo ai ragazzi delle superiori – erano strabiliati dalla nostra presenza. Ogni mattina un folto gruppo ci aspettava al cancello della scuola, un edificio sbilenco che supplicava d’esser riparato un po’. Ognuno di noi aveva un codazzo di aiutanti volenterosissimi, che, finite le lezioni, si strappavano l’un l’altro pittura, pennelli e gli altri attrezzi del nostro lavoro, per il privilegio di stare con noi. Dal canto mio, io, ahimè, non sapevo fare nulla – al contrario degli irlandesi, tutti esperti nei lavori manuali – e cercavo soltanto di mantenere un minimo di dignità copiando di sottecchi dagli altri. Ai ragazzi andava bene lo stesso. Dopo due settimane, al momento della partenza, staccarsi da quei sorrisi e da quell’affetto divenne molto difficile.

Ormai è passato tanto tempo da quel viaggio. Non solo ho imparato a mischiare il cemento e stuccare gli infissi, ma insieme a tre degli irlandesi ho creato un’associazione, “Lebanon Trust – Helping Children”. Raccogliamo fondi e andiamo in Libano ogni anno a consegnarli e a fare un po’ di lavoro. Quei bambini adoranti del 2008 adesso sono più alti di noi, tanti di loro hanno finito la scuola, e quelli ancora lì non ci aspettano più alla porta saltando su e giù dall’eccitazione; ma ogni volta ci sono piccoli nuovi arrivati che, fedelmente, seguono lo stesso copione. Finanziamo una logopedista che insegna loro a leggere il linguaggio labiale e a parlare, capacità fondamentali per comunicare col mondo e prepararsi ad una vita produttiva e non di isolamento e miseria come sarebbe altrimenti. Ogni anno li troviamo più bravi e più fluenti, in arabo e in inglese. La comunità dei sordi in Libano comprende poveri e rifugiati. Tutti devono fare i conti con questo handicap, oltre alla loro situazione già sfortunata.  In molti casi le famiglie, costrette a scegliere, favoriscono i figli udenti e non mandano a scuola i figli sordi, che crescono analfabeti e completamente isolati e senza futuro; anche se in molti casi, con un’istruzione adeguata, potrebbero condurre una vita normale. Noi speriamo di poter rendere il loro futuro un po’ meno difficile.

Nel tempo abbiamo cominciato ad aiutare anche due asili in altrettanti campi rifugiati e un istituto per orfani e ragazzi di strada, tutti in Libano. Li visitiamo ogni anno, parliamo con gli insegnanti e i responsabili, ci facciamo raccontare cosa fanno e di cosa hanno bisogno. Abbiamo incontrato molte, moltissime persone esemplari, eroi ed eroine di cui nessuno sa il nome.

Nel 2008, imbarcandomi per il Libano, non mi aspettavo niente di tutto questo. Non avevo idea che avrei trovato degli amici che considero i miei fratelli irlandesi, che saremmo tornati in Libano ogni anno, e soprattutto che nel nostro piccolo, anzi piccolissimo, sia davvero possibile fare una differenza. Anzi, ho visto che è possibile per chiunque.

Laura Bertolotto

Volontaria e co-fondatrice di Lebanon Trust

Maggio 2019: notizie dal FAID

Maggio 2019: notizie dal FAID

L’ultimo bollettino del FAID riporta novità sulla scuola e sulle attività organizzare per i loro alunni.

– La Festa dell’Indipendenza, celebrate al Palazzo Presidenziale con il Presidente della Repubblica e signora

– La First Lady Nadia Aoun ha ospitato il lancio della campagna del FAID in favore dell’intervento precoce sui bambini con problemi di udito, insieme ad altre dieci organizzazioni che sostengono questa campagna

– Gli alunni sono stati contentissimi e fierissimi di festeggiare la Giornata della Bandiera insieme alle truppe dell’esercito libanese, che hanno fatto l’alzabandiera al FAID (foto sopra); la banda ha suonato marce militari.

– Una formazione di agricoltura di base è stata svolta con esperti del ramo al FAID

– Sono state create delle classi di sostegno per i ragazzi arrivato al FAID già grandicelli e senza nessuna precedente esperienza scolastica

– In fase sperimentale, FAID sta provando un programma a favore dei rifugiati siariani nella valle della Bekaa, volto ad educare i genitori su come aiutare i loro figli sordi

– e tanto altro!

Lebanon Trust è in posizione prominente in questo bollettino, con tante foto e la descritzione del lavoro fatto l’autunno scorso: abbiamo rinnovato l’aula di informatica e il laboratorio dove vengono adattati e modificati gli apparecchi acustici. I mobili e gli strumenti sono stati tolti; i muri prima scrostati e poi ridipinti; finestre, porte e inferriate scrostate, pulite e riverniciate; la moquette sostituita con una nuova, e infine tutto rimesso a posto. Abbiamo anche fatto parecchia manutenzione e riverniciatura del parco giochi del dormitorio delle bambine, da noi costruito nel 2016, e totalmente ripulito il giardino e potato le piante.

Inoltre, abbiamo portato una rete di ben 30 metri per il campetto da pallone, in modo che i ragazzi possano giocare in tuttta sicurezza e senza perdere la palla.

Una nuova vita e un po’ di speranza per bambini rifugiati sordi

Una nuova vita, e finalmente un po’ di speranza per il futuro, per bambini sordi fuggiti dalla Siria, grazie al FAID e alle Nazioni Unite

FAID, la scuola per bambini e ragazzi sordi che aiutiamo dal 2008, ospita 24 rifugiati siriani, tutti bambini sordi. Qui sono al sicuro, ricevono un’istruzione, sono assistiti da una logopedista e finalmente trovano un p’ di speranza per il loro futuro.   L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sostiene questi bambini finanziariamente al FAID, come Gladys spiega in questo bellissimo video. Inoltre, specialisti e volontari del FAID hanno cominciato a portare il loro aiuto direttamente in accampamenti di rifugiati nella valle della Bekaa, in modo da poter raggiungere quei bambini che altrimenti sarebbero abbamdonati a se stessi. Buona visione!

Un articolo di giornale sul FAID, la Casa della Speranza e i campi rifugiati che Lebanon Trust aiuta

Un articolo di giornale sul FAID, la Casa della Speranza e i campi rifugiati che aiutiamo da anni

(Credit: Irish Examiner)

Un articolo di giornale (in inglese) sull’Irish Examiner, della giornalista Victoria White, descrive le difficoltà dei bambini rifugiati, senza famiglia, o con necessità speciali, in Libano, con particolare accento sulla Casa della Speranza e sul FAID, che aiutiamo da molti anni. Victoria White ha parlato con i nostri amici Grace del FAID e Brady della Casa della Speranza, durante il suo viaggio in Libano il mese scorso.

Ecco cosa abbiamo fatto nel 2018

 

Ecco cosa abbiamo fatto nel 2018

I volontari di Lebanon Trust con Grace, la direttrice del FAID. Abbiamo donato loro 8000 dollari per la logoterapia agli alunni dell’Istituto, che sono tutti sordi.

(tablets and smartphones: best viewed in landscape mode)

Cari amici e sostenitori,

Anche quest’anno, in ottobre, siamo andati in Libano a visitare gli istituti che sosteniamo grazie alle vostre donazioni: l’Istituto per i sordi di Padre Andeweg (FAID), due asili per rifugiati e la Casa della Speranza, per orfani e bambini di strada.

Al FAID, presso il quale eravamo anche alloggiati, abbiamo rinnovato l’aula di informatica e il laboratorio dove vengono adattati e modificati gli apparecchi acustici. I mobili e gli strumenti sono stati tolti; i muri prima scrostati e poi ridipinti; finestre, porte e inferriate scrostate, pulite e riverniciate; la moquette sostituita con una nuova, e infine tutto rimesso a posto: tutto ciò in pochi giorni e durante il fine settimana, per non disturbare troppo le lezioni.

Abbiamo anche fatto parecchia manutenzione e riverniciatura del parco giochi del dormitorio delle bambine, da noi costruito nel 2016, e totalmente ripulito il giardino e potato le piante.
In nome dei nostri generosi sostenitori, abbiamo donato 8000 dollari per la logoterapia per gli alunni sordi dell’istituto, circa 70, dai bambini del’asilo ai ragazzi delle superiori. Grazie alla logoterapia, le persone sorde imparano a parlare e a leggere il linguaggio labiale, capacità fondamentali per comunicare col mondo e prepararsi per un futuro produttivo.

Quest’anno il nostro gruppo si è arricchito di un’aggiunta molto benvenuta: Emma, da Como, instancabile lavoratrice e sempre di buon umore. Una volontaria perfetta!





Quest’anno siamo ritornati alla Casa della Speranza, vicino a Beirut, che accoglie bambini e ragazzi di strada o senza famiglia. Col direttore educativo Brady abbiamo visitato i locali, parlato con molti dei ragazzi e lasciato una donazione di 2000 dollari per le lezioni di informatica, dove i ragazzi e le ragazze imparano a programmare i computer e perfino a costruire robot. Abbiamo anche regalato loro molti palloni da calcio, donati dal negozio di sport O’Neills di Dublino.

Un giorno siamo andati a visitare l’asilo del campo rifugiati di Shatila, come facciamo dal 2011. Come sempre, è stata un’esperienza bellissima: nonostante la miseria e il degrado che lo circondano, questo l’asilo è pieno di allegria, risate, colori e gioia di vivere. Le maestre sono in gambissima e tutte molto, molto motivate. I bambini, dai 3 ai 5 anni, imparano già a leggere e a scrivere in arabo e in inglese! Le classi, tutte colorate, sono piene di disegni e libri; noi abbiamo aggiunto nuvoloni di bolle di sapone, per cui i bambini vanno davvero matti. Per conto dei nostri sostenitori, abbiamo lasciato alla direttrice Mariam una donazione di 2000 dollari per l’acquisto di libri e altro materiale per gli alunni delle famiglie più povere.

Uno dei nostri appuntamenti regolari quando siamo in Libano è la visita all’asilo del campo rifugiati di Burj el-Shemali nella storica città di Tiro nel sud del Libano. Tutti gli anni aspettiamo quest’occasione: una bellissima giornata con i bambini e le maestre, passata a cantare canzoncine, fare bolle di sapone, giocare e fare chiasso. Ci accolgono tutti con grande calore, le maestre sono entusiaste, piene di idee e di progetti.

Per conto dei nostri donatori, abbiamo lasciato una donazione di 2000 dollari, in sostegno delle attività didattiche dell’asilo.

Quando i bambini sono andati a casa, le maestre ci hanno sorpreso con un ottimo e abbondantissimo pranzo a base di specialità palestinesi, mangiato seduti sulle seggioline dell’asilo. Grazie dell’accoglienza e dei manicaretti!

Rapporto finanziario

Entrate: Donazioni a Lebanon Trust (Euro)

Eventi di raccolta fondi 3’589.61
Donazioni private, festa di compleanno di Marina 10’658.50
Sponsorizzazioni aziendali 1’170.19
Totale 15’418.30

(Chiusura dei conti 30 nov 2018; tasso di cambio EUR/USD/CHF come applicato dalla nostra banca in Irlanda)

Uscite: Donazioni agli istituti supportati in Libano, spese (Euro)

Web hosting & domini internet, commissioni bancarie/Paypal 121.15
Utensili e materiali, logistica, spese locali e maestranze in Libano 1795.23
Donazione al FAID 7’120.00
Donazione alla Casa della Speranza 1’780.00
Donazione all’asilo di Shatila 1’780.00
Donazione all’asilo di Burj el Shemali 1’780.00
Totale 14’376.38
Differenza 1’041.92

La sistemazione in Libano è stata fornita gratuitamente dal FAID. I volontari hanno preso congedo non pagato dal lavoro.

Come sempre, i volontari hanno organizzato tanti eventi di raccolta fondi: cimento invernale, lotteria settimanale, serate di quiz, vendite di torte, mercatino delle pulci, raccolte pubbliche e sensibilizzazione per le vie, ecc.

Grazie di cuore agli amici che ci hanno aiutato quest’anno:

  • Emma Malacrida (Como)
  • Maria Cristina (Marina) Ferraro (Genova)
  • Alessandro Bertolotto (Genova)
  • Ole Vossnack (Zurigo)
  • Nino e Milda Cocurullo (Genova)
  • Enrico e Lilli Bertolotto (Genova)
  • Famiglia Vigna-Mori (Savona)
  • Carla e Natale Ferraro (Genova)
  • Checco Devia e famiglia (Genova)
  • Elena Prola-Smith e famiglia (Londra)
  • Fabio e Marta Delfante-Cocurullo (Genova)
  • Famiglia Bertolotto-Della Penna (Genova)
  • Famiglia Parodi (Genova)
  • Famiglia Fasciolo (Arquata Scrivia)
  • Giovanna Pellegrini e famiglia (Genova)
  • Giovanni Zappavigna e famiglia (Massa)
  • Famiglia Aquini-Alberghini (Arquata Scr.)
  • Bob Sumner (Zurigo)
  • Maria Pia Porta (Genova)
  • Renato Ricci e signora (Arquata Scrivia)
  • Pierluigi Ponzano e fam (Arquata Scrivia)
  • Silvana Falaschini (Livorno)
  • Giorgio Margotti (Livorno)
  • Martina Merkle (Zurigo)
  • Catherine e Adrian Ruf (Zurigo)
  • Cristina Ovas (UK)
  • Maria Chong (Messico)
  • Chaithra Vishnu (India)
  • Jung Y. Yang e Stephen King, Silicon Valley Community Foundation
  • Paul Velaski, Chief Operating Officer & Chief Financial Officer, Silicon Valley Community Foundation
  • O’Neill’s House of Sport (Dublino)
  • Personale, direzione e soci del St Peregrines GAA Club, Blanchardstown (Dublino)
  • Farleng Engineering (Dublino)
  • Stafford Engineering (Dublino)
  • Patricia Meade (USA)
  • La Silicon Valley Community Foundation e la Symantec Foundation (corporate advised fund of the Silicon Valley Community Foundation)
  • British Airways & Air Lingus
  • Germania Airlines
  • Advanced Car Rental (Beirut)
  • Mick Halpin, Symantec Corp. (Dublino)
  • Wolfram Rausch, Symantec Corp. (Dublino)
  • Jayne Delahunt, Symantec Corp. (Dublino)
  • Amanda Davis, Symantec Corp. (Dublino)
  • Louise Hanlon, Symantec Corp. (Dublino)
  • David Keane, Symantec Corp. (Dublino)
  • Elaine Curley, Symantec Corp. (Dublino)
  • David Tryse, Symantec Corp. (Dublino)
  • Julie Weber, Symantec Corp. (Dublino)
  • E tutti gli amici in Irlanda per il loro sostegno generoso e costante

Visita all’asilo di Burj el-Shemali a Tiro

Lebanon Trust in visita all’asilo del campo rifugiati di Burj el-Shemali a Tiro

Uno dei nostri appuntamenti regolari quando siamo in Libano è la visita a questo asilo, nella storica città di Tiro nel sud del Libano. L’asilo si trova nel grande campo rifugiati di Burj el-Shemali. Tutti gli anni aspettiamo quest’occasione: una bellissima giornata con i bambini e le maestre, passata a cantare canzoncine, fare bolle di sapone, giocare e fare rumore. Ci accolgono tutti con grande calore, le maestre sono entusiaste, piene di idee e di progetti.

Per conto dei nostri donatori, abbiamo lasciato una donazione di 2000 dollari, in sostegno delle attività didattiche dell’asilo.

Quando i bambini sono andati a casa, le maestre ci hanno sorpreso con un ottimo e abbondantissimo pranzo palestinese, mangiato seduti sulle seggioline dell’asilo. Grazie dell’accoglienza e del pranzo!

Al campo rifugiati di Shatila

Visita e contributo all’asilo del campo rifugiati di Shatila a Beirut

Durante il nostro soggiorno in Libano, un giorno siamo andati a visitare l’asilo del campo rifugiati di Shatila, come abbiamo fatto ogni anno dal 2011. Come sempre, è stata un’esperienza bellissima: nonostante la miseria e l’assoluto degrado che lo circondano, questo l’asilo è pieno di allegria, risate, colori e gioia di vivere. Le maestre sono in gambissima e tutte molto, molto motivate. I bambini, dai 3 ai 5 anni, imparano già a leggere e a scrivere in arabo e in inglese! Le classi, tutte colorate, sono piene di disegni e libri; noi abbiamo aggiunto nuvoloni di bolle di sapone, per cui i bambini vanno davvero matti.

Per conto dei nostri sostenitori, abbiamo lasciato alla direttrice Mariam una donazione di 2000 dollari per l’acquisto di libri e altro materiale per gli alunni delle famiglie  più povere. Grazie a tutti!

Una donazione al FAID per la logoterapia

Il contributo di Lebanon Trust per la logoterapia agli alunni del FAID

Attraverso la logoterapia, le persone sorde imparano a parlare e a leggere il linguaggio labiale, capacità fondamentale per comunicare col mondo e prepararsi per un futuro produttivo. In nome dei nostri generosi sostenitori, abbiamo donato 8000 dollari all’Istituto per i sordi di Padre Andeweg, che accoglie ed istruisce quasi 70 allunni sordi, dai bambini del’asilo ai ragazzi delle superiori. Grazie a tutti i nostri generosi amici!

Visita alla Casa della Speranza

Visita, con donazione, alla Casa della Speranza

La settimana scorsa siamo andati alla Casa della Speranza vicino a Beirut, che accoglie bambini e ragazzi di strada o senza famiglia. Col direttore educativo Brady abbiamo visitato i locali, parlato con molti dei ragazzi e lasciato una donazione di 2000 dollari per le lezioni di informatica, dove i ragazzi e le ragazze imparano a programmare e perfino a costruire robot. Abbiamo anche dato loro parecchi palloni da calcio, donati dal negozio di sport O’Neills di Dublino.

Il nostro lavoro al FAID

I volontari di Lebanon Trust al lavoro al FAID

Per l’undicesimo anno di fila, i volontari di Lebanon Trust sono andati all’Istituto per i sordi di Padre Andeweg (FAID), dove hanno rinnovato l’aula di informatica e il laboratorio dove vengono adattati e modificati gli apparecchi acustici. Tutti i mobili e gli strumenti sono stati tolti, i muri scrostati e ridipinti, le finestre, le porte e le inferriate scrostate, pulite e riverniciate, la moquette tolta e sostituita con una nuova, e infine tutto rimesso a posto: la nostra squadra di campioni ha fatto tutto in pochi giorni e durante un fine settimana, per non disturbare troppo le lezioni.

Abbiamo anche fatto parecchio lavoro di manutenzione e riverniciatura del parco giochi al dormitorio delle bambine, che avevamo creato nel 2016, e completamente ripulito il giardino e e potato le piante.